Ci sono esperienze che non solo arricchiscono il cuore, ma trasformano profondamente la prospettiva con cui guardiamo il mondo. Questo blog nasce dal desiderio di raccontare un viaggio speciale: due settimane intense in Africa, trascorse visitando le missioni di Maria Consolatrice. Attraverso queste pagine vogliamo condividere non solo i luoghi che visiteremo e le persone straordinarie che incontreremo, ma anche le storie di speranza e fede.
Benvenuti in questo viaggio al cuore dell’Africa e delle missioni di Maria Consolatrice. 🌍✨
Partire per un viaggio missionario è un’esperienza che coinvolge l’anima. In questi giorni, che precedono la partenza, le emozioni si intrecciano e si sovrappongono: entusiasmo, timore, speranza, ma anche domande, tante domande..
Sapere che ci sarà l’opportunità di incontrare persone che ci attendono, di condividere sorrisi, e di portare un messaggio di speranza dà un senso profondo a ogni preparativo.
Quante persone ci hanno augurato buon viaggio. Ma c'è un augurio ricorrente e speciale che ricorre nel saluto di alcuni amici: "occhi aperti". Questa espressione ci è tornata alla mente al momento dell'imbarco per il primo volo.
Il viaggio inizia da Milano Linate. Arrivare in aeroporto è sempre un mix di emozione e frenesia: check-in, controlli di sicurezza, bagagli pesanti e poi, finalmente...
510 chilometri, 8 ore di viaggio. Gli ultimi 90 chilometri, i più impegnativi, ci hanno richiesto ben 4 ore e mezza su una pista sterrata, dissestata e cosparsa di buche. Siamo diretti a Taï, un villaggio quasi al confine con la Liberia. “La porta della fede”, come ama chiamarlo suor Philomène. È uno di quei luoghi dove, probabilmente, nessuno sceglierebbe di andare, ma che riserva sorprese inattese.
La mattina a Taï inizia con le lodi, la preghiera personale e la messa. In questo luogo è difficile stare se un Altro non rende possibile ciò che all'uomo, da solo, è impossibile. Per questo affidarsi a Dio non e solo una regola ma un bisogno.Le suore, dopo averci mostrato la loro comunità, indossano gli abiti da lavoro per avvicinarsi alla loro gente.
La pista ci attende, nelle stesse condizioni dell’andata: buche, dossi e fossi. Dopo due ore e mezza l’arrivo a Zagne. All’ingresso nella missione ci accoglie un gran vociare di bambini. Sono un centinaio quelli iscritti alla scuola materna. Ci accolgono con grande gioia, offriamo loro caramelle e la maestra li invita a ringraziare. Lo fanno in coro...
L’alba a Blolequin è un incanto. Il cielo si tinge di rosa e il canto degli uccelli rende questo luogo quanto di più vicino si possa immaginare ai suoni del Paradiso terrestre. La Missione in poco tempo si riempie di vita. Nella pouponnière i bambini si risvegliano e le maman li preparano per un’altra giornata. Oggi è giornata di cambio turno.
Anche qui le Sœurs Marianne, Delphine Sondo, Micheline, Delphine Compaore di recente professione, si distinguono per la loro accoglienza
A pranzo abbiamo addirittura pesce alla brace.
Il pomeriggio ci vede subito impegnate nella visita all’Atelier, un laboratorio che attualmente accoglie 21 ragazze...
Di ritorno ad Abidjan facciamo tappa a Yamoussokro, alla Basilica di Santa Maria, Notre-Dame de la Paix, edificata tra il 1985 e 1989 per volere dell’allora presidente Felix Hophouët-Boigny, che ne ha promosso la costruzione in ringraziamento della pace della pace raggiunta in Costa d'Avorio.
Gli “occhi aperti” che in questi giorni sono stati il nostro strumento più prezioso, oggi si chiudono, ma non per dormire… Si chiudono per riprendere in mano e osservare, ancora con più cura, se possibile, ogni particolare, ogni dettaglio, ogni volto, ogni bisogno, ogni gesto, ogni luogo, ogni emozione, ogni commozione, ogni desiderio suscitato dagli incontri fatti.