"CUORI ARDENTI E PIEDI IN CAMMINO"


INTERVISTA A SUOR LEA

CIAO SUOR LEA, PARLACI UN PO DI TE...

Ciao cari amici e collaboratori, prima di tutto vorrei ringraziarvi per l’attenzione e l’opportunità che ci date per condividere il nostro vissuto con voi.  Sono una religiosa della Famiglia delle suore di Maria Santissima Consolatrice.

Sono del Burkina Faso e insieme alle Sorelle della nostra comunità di Zekounga, che si trova alla periferia nord-ovest di Ouagadougou la capitale del Burkina Faso, compiamo diverse attività: cerchiamo di rispondere ai bisogni dei fratelli e sorelle che ci chiedono sostegno e aiuto e siamo al servizio della formazione delle giovani che desiderano rispondere alla chiamata di Dio per vivere la vita religiosa con noi.

COME SI VIVE IN BURKINA FASO?

È difficile rispondere a questa domanda perché la situazione attuale della nostra nazione non consente di generalizzare: a seconda di dove si vive e lavora la risposta è diversa. Se ci si trova vicino le frontiere e nelle zone occupate dai terroristi la vita è diversa rispetto alla città, dove ci si può muovere più liberamente e vivere in una casa propria. Nella prima situazione tante persone sono obbligate a lasciare le proprie case e diventare rifugiati nella propria nazione. Sono moralmente e fisicamente toccata dalla situazione di insicurezza che viviamo sin dal 2015.

Queste persone, da un giorno all’altro, si ritrovano senza casa, accolte da parenti nelle zone più sicure o in campi di rifugiati. Coloro che sono nelle zone più sicure soffrono: siamo tutti fratelli, abbiamo figli, parenti e amici che muoiono nella violenza della guerra contro i terroristi. Malgrado questa situazione dolorosa, si nota una resilienza in tutti che si manifesta in una perseveranza a condurre le attività necessarie per la vita superando le sfide quotidiane. C’è una solidarietà crescente per far fronte alle situazioni difficili che viviamo.

QUALI SONO LE ATTIVITÀ CARITATIVE E SOCIALI DELLA MISSIONE? COME TRASCORRE UNA GIORNATA IN MISSIONE?

In Burkina Faso, siamo impegnati ad aiutare le donne perché abbiano la formazione necessaria e possano svolgere delle attività che permettano loro di provvedere ai bisogni delle loro famiglie, ma soprattutto dei bambini. Per questo, abbiamo un foyer che accoglie ogni anno circa quaranta ragazze che studiano a Bobo Dioulasso; inoltre, abbiamo un centro di formazione professionale con pensionato che accoglie più di quaranta ragazze ogni anno per imparare un mestiere a Kouentou. Diamo un’opportunità a coloro che non hanno studiato, o che non possono continuare a studiare per formarsi e partecipare allo sviluppo dei loro villaggi e delle loro famiglie. Siamo impegnate per una crescita sana dei ragazzi e ragazze mediante il sostegno alla loro scolarizzazione. Ci impegniamo per l’educazione dei bambini nella scuola materna sia a Kouentou che a Zekounga. Offriamo la possibilità alle donne di coltivare l’orto per loro stesse e per poi poter vendere i loro prodotti. Siamo aperte a compiere ogni opera di misericordia. Con l’aiuto di benefattori, siamo riuscite ad offrire acqua pulita alle popolazioni con cui viviamo. In poche parole, la giornata in missione è fatta di preghiera, di incontri di formazione, di lavori manuali, di accoglienza delle persone che bussano alla porta e della ricerca del come aiutarle, di impegni nella pastorale secondo la programmazione parrocchiale, dell’esecuzione delle pratiche burocratiche necessarie.

QUALI SONO LE PRINCIPALI DIFFICOLTÀ? 

Nella situazione attuale, le preoccupazioni più grandi sono la mancanza di pace e l’insicurezza che ne segue. Questo ha fatto si che molte persone siano fuggite dalle loro case, e molti campi non sono più coltivabili a causa del cambiamento climatico e l’irregolarità delle piogge. Nelle nostre case accogliamo molte persone vulnerabili, per esempio vedove, persone che non hanno un lavoro sicuro e che chiedono cibo: andando in città incontriamo tante persone che ci chiedono di che mangiare. Perciò ci sono persone che patiscono la fame e il governo prova ad impegnarsi per aiutare i coltivatori perché negli anni prossimi ci possa essere cibo per tutti.

CI RACCONTI UNA STORIA CHE TI HA PARTICOLARMENTE COINVOLTO?

La storia della signora Solange Ouédraogo, mi ha coinvolto e mi coinvolge ancora oggi: è una testimonianza di resilienza e speranza per cui voglio condividerla con voi.

Riassumo la sua storia. Oggi la signora Solange ha 56 anni ma l’abbiamo conosciuta dieci anni fa e facciamo ancora strada insieme. Era sposata in un regime di poligamia e ha avuto sette figli. L’ultimo è nato diciassette anni fa in buona salute, ma dopo una malattia è diventato disabile. Fino ad oggi, Solange lo porta sulla schiena per spostarsi con la bicicletta e svolgere diverse attività. Questa signora è meravigliosa, sempre sorridente, gioiosa, perseverante. Con lei è chiaro che l’amore per la vita che il Signore ci da è il più grande dono. Si prende benissimo cura di questo figlio che si chiama Sebastien e non finisce mai di ringraziare il Signore.

Quando l’abbiamo conosciuta andava una volta la settimana a lavare dei vestiti per avere di che vivere . E’ separata dal marito perché rischiava di morire se rimaneva in quella famiglia. Abbiamo cercato di capire se si potesse curare il figlio, ma dopo esami e kinesiterapia, il responso è stato negativo. L’abbiamo aiutata ad avere la carrozzina ma il figlio non può sedersi. Grazie ad un benefattore abbiamo aiutato Solange a procurarsi tutto l’occorrente per cuocere una spezia locale e rivenderla: era ciò che sapeva fare molto bene. Ma lei non si è fermata qui: ha cominciato a fare il giro dei mulini e raccogliere ciò che rimane per gli animali, comprarlo e rivenderlo. Oggi, con questo piccolo commercio riesce a mantenere il suo figlio disabile e pagare la scolarità dei figli che sono rimasti con il papà al villaggio.

Oggi cerchiamo di sostenerla comprando il  cibo che raccoglie per permetterle di guadagnarsi da vivere. È un esempio di persona che non si accontenta dell’elemosina, ma con l’aiuto ricevuto ha imparato a farsi carico di sé e degli altri. È proprio questo uno degli obiettivi delle diverse attività che svolgiamo: la sostenibilità.    

CHE COSA È LA SPERANZA IN BURKINA FASO?

Le popolazioni sono impegnate nella lotta contro l’insicurezza, nello sviluppo di una mentalità di lavoro e di organizzazione che possa portare allo sviluppo integrale delle persone, soprattutto giovani. Tutti, ciascuno con la propria religione, si affida a Dio e spera che ci salverà dalle violenze. Speriamo di vivere nella pace e nella libertà, in fraternità e giustizia superando la sofferenza, l’insicurezza e la povertà che conosciamo.  Noi accogliamo le parole del Papa che ci dice di non lasciarsi rubare la speranza. Il Signore è più grande dei nostri problemi. (Cf “ Cuori ardenti piedi in cammino, 1)

COSA POSSIAMO FARE PER AIUTARVI?

Cerchiamo i mezzi per poter continuare a svolgere le attività citate sopra. Quindi siamo disposte ad accogliere ogni tipo di aiuto che ci consenta di aiutare chi è nel bisogno, per rispondere alle quotidiane necessità  di cibo, medicine, e per la scolarizzazione dei bambini, ma anche per la formazione e l’educazione dei giovani che permetterà loro di diventare autonomi dal punto di vista economico. Per questo ci auguriamo, di poter costruire una classe per la formazione delle donne ai diversi mestieri con  adeguati servizi igienici, e poi classi e servizi igienici dei piccoli  per poter dividere i bambini della scuola materna secondo le età nella comunità di Zekounga che manca di infrastrutture educative e formative.